Ecco che stiamo per entrare nella cosiddetta Fase 2 dell’emergenza corona virus. Nessuno di noi sa cosa lo aspetta. E’ bene prendere le parole di Papa Francesco come linee guida: PRUDENZA e OBBEDIENZA alle autorità. La Chiesa giustamente soffre come soffrono tutti. Le stesse cose. La privazione delle libertà ma anche la consapevolezza che la libertà ora è stare tutti insieme stessa barca ha detto Papa Francesco…. La crisi economica che tutti colpisce, pensiamo a Monteleco nel suo piccolo per esempio, ma anche la consapevolezza che la PROVVIDENZA non ci verrà a mancare come sempre.
La chiesa si trova di fronte a un tempo di grazia e speriamo lo sappia cogliere. La riflessione sui sacramenti e sul collegamento che essi hanno alla nostra vita è stata e continua a essere forte. Possiamo vivere senza Eucarestia? Ma possiamo vivere senza Chiesa cioè senza incontrarci, senza abbracciarci, senza stare insieme? La Chiesa virtuale è una tentazione grande ci ammonisce Papa Francesco. E non può essere esaustiva benchè assai utile in questo momento. Sono venuti alla luce nodi da sempre sottovalutati. Ridacchiava qualcuno al sentire dei problemi dell’Amazzonia senza sacramenti, poi non ha più riso ma versato lacrime …..
La chiesa è al pari di un supermarket? E’ un museo? Molti si sono risentiti per la non ripartenza immediata delle chiese e l’abbiamo messa sul piano dei grandi ideali invece di far notare cose pratiche concrete come la confusione fra funerali e esequie o la fake news di orde di fedeli marcianti verso l’Eucarestia quando le nostre chiese sono generalmente senza problemi di affollamento a parte qualche occasione legata spesso al folklore, alle tradizioni o a grandi momenti collettivi. Chi si potrebbe accorgere delle esigue persone che vengono a messa feriale, già falcidiati dalla paura e dalle invettive dei figli che ordinano agli anziani genitori di starsene a casa? Forse bastava far notare alcune cose per vedersi affidata la gestione dei nostri spazi con il buon senso e la prudenza che la situazione ci chiede. Se ci tratteranno come i supermercati o i ristoranti ora non potremo lamentarcene ….
Grande è invece la occasione invece di cogliere la riemergente fame di senso molto forte, dettata dall’esserci scoperti così fragili dopo decenni di decollo scientifico “l’uomo passeggia sulla Luna …. Ma ancora non ha capito niente”; l’occasione di rivedere bene il nostro essere Chiesa, assemblea ferita dalla distanza, che si scopre minoranza dispersa ma anche desiderosa di stare insieme e di partecipare; l’occasione di discernere tra la voglia del tornare tutto e subito come prima e la riflessione che potremmo fare sul “non tornare a essere come prima” ma cogliere l’occasione per ripensare tutto, dalla logistica delle città, ora belle pulite da smog e inquinamento, a una nuova finanza e economia che si è inceppata per un minuscolo virus forse perché è incapace di concepire un sistema diverso da quello folle che stiamo vivendo, a un modo nuovo sociale di stare insieme. E’ una occasione imperdibile per aggiustare il tiro, un segnale grande, forte, “tremendo” per capire tante cose. A iniziare da ciascuno nelle sue priorità personali. L’Eucarestia a questo serve, a alimentare il cammino del Regno, non a essere invocata magicamente fuori da ogni storia.
Noi come Movimento Ragazzi siamo dentro questa storia. In pieno. Nella storia della nostra città, dei nostri ragazzi, dei nostri quartieri. Viviamo e soffriamo con tutti, con i ragazzi in primis, fortemente colpiti da questo virus, anche se non direttamente essendo non tanto i colpiti ma “gli untori”, spaventati anche al punto da non voler uscire di casa….. Con le famiglie che sono in crisi. Perché le famiglie dei nostri ragazzi, sono già abitualmente in crisi e vivono in quella zona “grigia” che spesso non viene colta dalle analisi sociali perché fuori dagli isee, sans papier a volte, o sprofondati nelle nebbie del disagio umano e personale. Alcune affondano inesorabilmente e ora affondano di più. I nostri educatori tessono una rete di solidarietà educativa e economica che va da Oregina, al centro storico, a Pontedecimo, dagli asili ai programmi delle superiori. In alcune delle nostre zone ci sono già validi collegamenti e lavori di rete con i Centri di Ascolto e le associazioni di Riferimento: Pontedecimo, Centro Storico, Oasis. Si crea rete solidale e si aiuta in ciò che si può: supporti tecnologici ai ragazzi (la scuola ci ha colti impreparati in questo campo…… non tutti hanno computer, cellulari, linee internet solide, banda larga …….. spesso si ha un misero cellulare con linea starna……..e li ci deve stare tutta la famiglia…) e seguirli da casa. Monitoraggio sulle famiglie se hanno emergenze di viveri, di affitti, di bollette insolute. Facendo rete coi centri di ascolto e coi……benefattori.
In questo un gruppo dei “Ragazzi di Don Ga” sospinti dal suo spirito ha da proporvi qualcosa. E’ vero ci sono tante associazioni e tanti modi, dalla Caritas ai centro di ascolto alle mense ………… ma c’è un gruppo di famiglie che sono “le nostre famiglie” i nostri ragazzi. Se vogliamo farcene carico come faceva don Ga infilando le sue mani nelle tascone della talare consunta e traendone fuori ciò che la Provvidenza aveva riempito essendo perennemente vuote………
Ma qua ve ne parlano meglio loro come fare.
Da sto virus ne usciremo diversi ma tocca a noi decidere come: se peggio o meglio. Decidiamo…
Don Fully