Parto per Bologna con i seminaristi per alcuni giorni di vacanza dopo gli esami, fatica assai temuta. Bologna scelta perché ho fatto amicizia con Don Andrea Turchini rettore interregionale della Romagna che ci ospita con la consueta ospitalità emiliano-romagnola e per combinare un po’ arte, cultura e storia di chiesa viva. Mentre parto però penso “Oddio!! Sono i primi giorni del mese! Gian e Angela mi raggiungeranno anche a Bologna per le solite due righe!! E che gli scrivo? E quando avrò il tempo?”
Il Signore è buono da sempre con me e il sabato mattina ci mandano a visitare il museo di Don Olinto Marella e poi a pranzo in una delle comunità a lui intitolate. Di costui nulla so. Ma chi ci ha organizzato la permanenza a Bologna ha insistito!! Mi ritrovo così in un museo molto innovativo, bellissimo, che ci racconta una storia di un prete compagno di camera di un certo Angelino Roncalli, e con la sfortuna di avere un fratello grande amico di Romolo Murri, modernista. Un prete dell’800 che vive fino al 1969, che dall’inizio del suo ministero fonda luoghi di aggregazione per Ragazzi e che viene sospeso a Divinis per 14 anni; diventa professore di lettere e filosofia, va a Bologna insegna nelle scuole statali, guardato con sospetto dal regime per le sue idee eccessivamente libere, educa al pensiero critico, a essere uomini liberi di fronte a tutto; durante la guerra e nell’immediato dopo fonda la Città dei ragazzi. Ne ospita, si dice, fino a novemila. Nel frattempo un nuovo cardinale di Bologna lo reintegra pienamente come sacerdote. Per far capire alla città i bisogni dei ragazzi si mette, terminato di far scuola, all’angolo di una delle strade più frequentate della città con un cappello in mano. Lì sosta per ore riempiendo il cappello e dispensando ascolto a piene mani con confessioni, benedizioni, consigli. Le sue opere si reggeranno sulle questue effettuate…… Un “personaggione<2 insomma. Nella Città dei ragazzi ci sono persino le elezioni, il popolo sceglie i suoi rappresentanti…… si forma il buon cristiano e l’onesto cittadino.
Mi viene spontaneo, anche se lo faccio di rado davanti ai seminaristi, raccontare di Monteleco. Le impronte sono uguali. Un prete un po’ avanti di idee rispetto ai tempi, un duro scontro sulle aperture alle attività miste in tempi in cui erano rigorosamente separate, amore al teatro e alle arti umane, professori di scuola, scontro con la gerarchia, amore spassionato per i ragazzi specie più poveri, dopoguerra, filone anarcoide insofferente alle leggi, amante della libertà dell’essere umano, fissato sull’educare insieme ragazzi e ragazze, volontà ferrea al limite dell’incaponimento, dopoguerra……..e alla fine riabilitazione e apertura al futuro….. Il filone mi è apparso evidente e ho anche azzardato un punto comune ricordando il nome del Card Lercaro , genovese, vescovo di Bologna dal 1952 al 1967, grande anima del Concilio, ma prima parroco dell’Immacolata, anima del Movimento Liturgico genovese spesso citato nelle direzioni spirituali di Don Ivaldi e grande punto di riferimento di tanti preti a Genova. Azzardo rischioso, infatti, rispedito al mittente, perché il beato Marella pure con Lercaro si era un po’ scontrato in virtù che ognuno aveva………..il suo villaggio dei ragazzi……. c’era infatti anche quello di Lercaro che ospitava ragazzi poveri ma da cui nacquero poi le menti eccelse della città, tutti laureati e personaggi significativi, forse in questo senso più vicino a don Ga…..
Sì, non siamo soli; il beato Olinto Marella (cercate cercate su internet…) , padre Gasparino a Cuneo, Don Zeno con Nomadelfia, don Nando a Chiavari, per tacere gli altri genovesi che non arrivarono ai livelli di don Ga, ma certamente fecero altrettanto bene…….villaggi, città, repubbliche… tutto dei ragazzi, che siano protagonisti.
Tutta roba cha ancora oggi continua e che sono carismi così importanti nella Chiesa. Una chiesa che cerca di camminare sinodalmente, insieme e quindi cerca di raccogliere tutti questi doni per camminare insieme ad essi.
Pensate che a Bologna nella chiesa di San Domenico, dove è custodito il corpo del dottore della Chiesa, ho incontrato padre Candido. Il fondatore di Oasis!!!! E’ lì in pensione naturalmente, in infermeria ma lui dice a accudire gli altri che, sì loro sì, sono anziani.
Quanto è piccolo il mondo e quanti sono gli incroci delle strade che portano al bene.
Continuiamo a essere sale saporoso per il mondo con le nostre opere buone. Al resto pensa il Signore coi suoi angeli custodi.
Don Fully