Pasqua di Resurrezione…e di ansia, di timore, di dolore, di gioia. Gli Apostoli sono presi dalla gioia e dal timore di fronte al Gesù risorto, Maria attende con tanta fede e forse con ansia che Lui risorga, Maddalena piange: “Hanno rubato il mio Signore e non so dove l’abbiano portato” e a Lui, che ella non riconosce, ma che crede il custode, chiede: “Hai preso tu il corpo del mio Signore. Se sei stato tu, dimmi dove l’hai deposto”.
Quanta gente si ritrova forse in stati d’animo simili. Sono passati anni, ma ne ho ben presente uno. Ave-vamo fatto un ritiro di ragazzi di quattordici e quindici anni, nel sabato prima della Domenica delle Palme e con loro c’eravamo prospettati i casi del Vangelo. Del ladrone che chiede a Gesù un ricordo dal Suo Regno, al Centurione che confessa che Gesù è il figlio di Dio, ai presenti alla passione, che lo sfidano: ”Se sei Figlio di Dio scendi dalla croce”, al dolore di Maria, al coraggio di Giuseppe d’Arimatea, che chiede il corpo a Pilato e poi lo pone nella propria tomba, agli altri di cui ho già accennato. E c’eravamo impegnati a misurarci un po’ con quelle persone e con Lui, Gesù. Ci eravamo lasciati poi con gli auguri di una Pasqua vera… Passarono quattro giorni. Il giovedì santo, alla fine della messa che ricorda l’istituzione dell’Eucarestia, uno di quelli mi cercò al telefono, mi trovò e mi disse: “Io sono come la Maddalena; mi hanno rubato Gesù “ e abbassò la
cornetta. Restai stupito e titubante, anche perché non riuscivo a capire chi potesse aver telefonato: certamente uno di quei ragazzi del ritiro, ma quale? E comerintracciarlo? Chiesi di pensarci un po’ al suo Angelo Custode e aspettai. A sera, sul tardi, richiamò, chiese scusa per la fretta e si fece riconoscere. Accettò di vedermi l’indomani, venerdì santo. Ci incontrammo nella chiesa della sua parrocchia,in un angolo in fondo, per poter parlare tranquillamente. “Da mesi in casa mia sono bisticci, liti, beghe. Papà e mamma non sanno più vivere insieme. Penso che si vogliano ancora bene, ma il vederli così tutti i giorni non lo dimostra. Sembrano diventati due muri, uno contro l’altro. Non capiscono la sofferenza mia e di mia sorella e neppure il loro disastro. Fanno come se potessero vivere soli, indipendenti, perdendosi fra loro e perdendo i figli. Non ne sarebbero mai capaci. E poi…ieri…dopo un altro bisticcio proprio grosso papà ha detto: “Basta1 Me ne vado. Non posso e non voglio più fare questa vita”. Volevo dirgli che forse dipendeva un po’ da
tutti e due, ma mentre ero indeciso, ha ficcato della roba, dei documenti, della carta in una valigia, è entrato in camera e ne è uscito cambiato, poi ha aperto la porta di casa ed è uscito. Siamo rimasti come intontiti,sfasati, colpiti da quel gesto… Ma vede, Don, se Gesù ci porta pace, gioia, serenità…io ho perso tutto. E’ come se avessi perso Lui…Ho forse torto? D’altronde è il venerdì santo…”. Restammo un po’ in silenzio. Io pensavo ai figli, ai genitori. ai drammi delle separazioni, dei divorzi… e a quello apparentemente piccolo di quel momento e a ciò che lasciava nel cuore di un ragazzo. Gli chiesi se voleva, con me, mettere tutto di fronte al Signore, perché Lui ci pensasse, e accettò con le lacrime agli occhi. Ci lasciammo. La sera del venerdì santo pregai un po’ il suo Angelo.Nella giornata di sabato mi capitò di pensarlo spesso. E la domenica di Pasqua mi dissi: “Povera gente,poveri figli e poveri genitori, se sapessero risorgere almeno oggi…” Ma mi sentivo sempre scombussolato. Passò tutta la giornata. A sera, dopo averli ricordati tut-
ti al Signore, andai a letto. Non dormivo, avevo davanti la faccio di quel ragazzo e… a mezzanotte squillò il telefono. Corsi, alzai la cornetta e sentii la sua voce: “Don, è tornato! Ha aperto la porta, ci ha guardati, burbero, ma con le lacrime agli occhi, si è avvicinato a mamma, le ha preso le mani e poi, lentamente, le ha dato un bacio… e poi anche a noi…Oh, Don, Pasqua è passata, ma buona Pasqua anche a Lui…Grazie!” Pasqua di risurrezione vera, non solo per Gesù, ma anche
per i cristiani. Dissi grazie a Lui, tornai a letto e mi addormentai quasi subito.