Vi scrivo a metà settimana santa. Ne usciamo fuori da una tre giorni di “Giuda” leggendo il Vangelo quotidiano che mette un po di ansia perché quando si leggono le vicende di Giuda nasce sempre la paura di esserne circondato ma soprattutto di esserne invaso dentro. Giuda amava molto Gesù aveva lasciato tutto per seguirlo. Ma aveva un’idea di Dio che si era costruita tutta lui, senza ascoltare minimamente le parole di Gesù.
Vedeva un Dio vincente nelle folle, nei miracoli; come la sua mente abbia concepito un tradimento non è dato saperlo; a fin di bene? A fin di soldi? Davvero convinto che il sinedrio lo avrebbe riconosciuto? Fattostà si è preso l’onere di mettere in guardia tutti noi dal diventare come lui.
Soprattutto colpisce in questi giorni la sua frase di fronte allo spreco del profumo di Maria, “si poteva risparmiare tutto questo e darlo ai poveri”, frase che forse tradisce frequentazioni genovesi del dodicesimo apostolo.
Il fatto è noto a tutti. Gesù è fatto oggetto di un atto di tenerezza, di amicizia, quasi sfrontato; Maria gli sparge profumo ovunque gli bagna i piedi con le lacrime li asciuga coi capelli; altri evangelisti narrano di una “peccatrice”, stessa scena altro luogo; alla fine la fantasia popolare mescola il tutto trasformando la peccatrice e Maria sorella di Lazzaro in Maria Maddalena; i romanzetti popolari lo sappiamo aggiungono romanzi rosa inventati. Che Gesù scioccasse tutti i benpensanti con gesti di tale portata è praticamente dunque un fatto conclamato. La tenerezza, la Misericordia, la vicinanza, l’affetto, il contatto umano, l’esplosione dei sentimenti fanno parte del suo Vangelo. Un modo per dire come la relazione con Dio diventa qualcosa di assolutamente nuovo e come da questa relazione venga trasformata ogni relazione umana.
Giuda non capisce è fermo alla morale, anzi alla moralina. Un po seccato di tutte queste smancerie, per lui, la butta sul moralistico e parla di spreco, assolutizzando il danaro. Ma il danaro è appunto relazione, è economia. Tolto da questo diventa idolo. Il danaro serve per amare per essere donato se diventa la fissazione pur con tutte le buone intenzioni non serve più a nulla. Giuda non si accorge che in Gesù noi incontriamo il povero e nel povero incontriamo Gesù. Giuda non vede la relazione, vuole usare il denaro per il potere non per la relazione.
Quante volte abbiamo detto “ Ah se monteleco avesse tanti soldi!!” si farebbe questo e quello e invece l’unica nostra preoccupazione rimane quella di tessere relazioni; solo così la provvidenza ci sosterrà come sempre ha fatto. Occorre preparare buone cenette, versare il profumo delle nostre buone opere, delle nostre animazioni, dei nostri giochi, delle nostre risate, delle nostre riflessioni e preghiere, e accoccolarci a voler bene a questi ragazzi che sono il nostro Gesù, piangere con loro, asciugare le loro ferite, far sentire il calore della vita. Occorrono educatori che si spendano, che prendano il profumo della loro professionalità, della loro voglia di stare vicino ai ragazzi e lo spargano nella società. I problemi degli adolescenti e preadolescenti sono evidentissimi agli occhi di tutti. Già il vescovo mi ha chiamato e mi ha detto “sono andato al Gaslini e ho sentito la quantità di adolescenti con problemi psichiatrici; sono rimasto scioccato”. Di cosa hanno bisogno? Di danaro o di relazioni? Di relazioni!!!! e il danaro si potrà trasformare poi in relazione e in dono, ma solo dando priorità alle persone. Noi a Monteleco da decenni vediamo bene la situazione di tanti ragazzi e vediamo che si può fare qualcosa per loro, si può spargere profumo, si può avvicinare tante situazioni. Ma questa capacità questa gioia non dobbiamo tenerla tutta per noi, ma spargerla…….. la missione del Movimento Ragazzi…. la pietra dell’indifferenza, della solitudine, della paura può essere ribaltata. Non tradiamo questi ragazzi; pensiamo a fare come Maria: sprechiamo amore!!!
Qua in seminario è terminato il periodo di quattro mesi dell’emergenza freddo; le riflessioni possono essere molte ma come sempre si capisce come ciò di cui c’è bisogno è la relazione; pasto sì, letto sì, caldo sì, doccia sì, ma ……. Poi? La solitudine, l’isolamento a cui ti porta la malattia mentale, l’incapacità di gestire i propri sentimenti, lo sfasamento di chi arriva in un mondo lontano anni luce dalla tua realtà di partenza, la distruzione dell’anima che la omogeneizzazione culturale dell’occidente porta ovunque tutto questo si vince solo con una vita nuova di relazione.
Anche in questo caso l’invito pasquale è pensare e costruire cose nuove. Anche il presidente Mattarella in un suo recente discorso invita a non arrenderci né alla chiusura egoistica né allo scoramento di chi subisce l’ineluttabile. I fenomeni della storia chiamano la luce Pasquale risponde, apriamole i nostri cuori e lasciamoci illuminare per trovare nuovi cammini di fraternità, nuove vicinanze, nuovi modo di sprecare amore!!!!
Don Fully