Il Cerchio si “apre”

Mon­t­ele­co anni 82–84; ero sem­i­nar­ista e non ricor­do bene l’anno pre­ciso aven­do dis­tante i miei diari da con­sultare. Non man­ca­vo neanche da sem­i­nar­ista di fare un turno a luglio ed ero inser­i­to nel gov­er­no come da ragaz­zo nell’81 ave­vo già inizia­to a fare. D’estate cer­ca­vo di fare un salto al Leco a trovare Don I, per con­fes­sar­mi, par­lare con lui e don Ga e tut­ta la cuci­na. Cap­i­tai un giorno d’Agosto e don I mi disse “sen­ti Fuli­gi hai mica la pos­si­bil­ità di fer­mar­ti in ques­ta set­ti­mana? Tut­ti sono via, in ferie e qua abbi­amo una quar­an­ti­na di ragazzi che non pos­sono andare a casa; o non pos­sono o non ce l’hanno; ci siamo solo io, Gas­pare e Mau­ro Crovet­to con sua moglie Fran­ca, abbi­amo pau­ra di non farcela a ten­er­li tut­ti quan­ti; ci sarà qualche altro sem­i­nar­ista?” Fu coin­volto un sem­i­nar­ista mio ami­co un cer­to Cal­abrese Gian­fran­co e ci imbar­cam­mo in una set­ti­mana che a me cam­biò la vita e la prospet­ti­va che ave­vo sul pres­bit­er­a­to e che in sem­i­nario mi si sta­va chiaren­do sem­pre più. I ragazzi ce ne fecero di tut­ti i col­ori. Era­no scate­nati, sen­za regole, un po’ riot­tosi a tut­to ma nat­u­ral­mente estrema­mente sim­pati­ci e coin­vol­gen­ti. Don I e Don Ga ci rac­con­ta­vano a volte un po’ le loro sto­rie e non era­no tutte sto­rie da fia­ba del principe azzur­ro piut­tosto di lupi cat­tivi e mon­di un po’ com­pli­cati per dirla in breve. Mau­ro mi fece pas­sare una set­ti­mana di risate coi suoi rac­con­ti. A Gian­fran­co ricor­da­vo che non ave­va a che fare con i ragazzi delle par­roc­chie ma era­no un po avul­si dalle buone maniere e dal­la cat­e­ch­esi. A furia di par­tite a pal­lone, giochi, ser­ate pas­sate a rin­cor­rerli e a veg­liare che non ne com­bi­nassero di grosse diven­tam­mo ami­ci. Qual­cuno di loro è già in par­adiso. Altri li ritrovai in per­cor­si di vita non sem­pre andati bene. Ma a parte gli annedoti ricor­do con chiarez­za la scelta che feci nel­la preghiera dopo quel cam­po, spin­to cre­do da tutte le rif­les­sioni con­di­vise con don Ga in quei giorni; voglio essere un prete che non si dimen­tichi mai di questi ragazzi ovunque li aves­si incon­trati, in par­roc­chia a scuo­la o per stra­da. Gli scar­tati sareb­bero sta­ti i miei pri­mi ami­ci. E l’altro propos­i­to cer­to era che avrei for­ma­to per­sone che non mi las­cassero solo in quel com­pi­to, ma che avessero con­di­vi­so ques­ta scelta, di amare tut­ti, di trovare in ogni ragaz­zo, come in una cac­cia al tesoro, il lato buono che in lui ave­va sem­i­na­to il buon Dio. Mi spi­ace­va tan­to che don Ga e don I era­no rimasti soli anche se per una set­ti­mana sola. Era ben lon­tana da me l’idea che sarei sta­to l’assistente del Movi­men­to Ragazzi, ma avrei por­ta­to quel­lo stile ovunque mi avessero manda­to. Mau­ro in gen­ovese mi dice­va sem­pre “non diven­tar­mi mica un prete di quel­li col naso all’insù, con sti ragazzi bisogna star­ci mica si può abban­donarli” Il lin­guag­gio era cer­ta­mente più col­ori­to ma più o meno siamo lì….

Mon­t­ele­co 2024. Al cam­bio del sec­on­do ter­zo turno arri­va su Fran­ca la moglie di Mau­ro Crovet­to che è in par­adiso. A 40 anni di dis­tan­za osser­vo in mez­zo al centi­naio di ragazzi pre­sen­ti a mes­sa le nipoti di Fran­ca, edu­ca­tri­ci del Movi­men­to Ragazzi; a loro lato le figlie di quelle ragazze scate­nate degli anni Ottan­ta; anche loro edu­ca­tri­ci. Intorno 75 ragazzi le cui sto­rie non sono cosi dis­sim­ili da quelle degli anni ‘80, ma accan­to han­no i nos­tri figli e tan­ti di loro, di ragazzi del “popo­lo” che cresciu­ti a Mon­t­ele­co ne accol­go­no altri; e si ce l’abbiamo fat­ta a ten­er­li, a far­gli pas­sare gior­nate di gioia e di edu­cazione che pos­sono fare emerg­ere il cap­ola­voro che è in loro. Si potrebbe dire che il cer­chio si chi­ude, ma direi invece che il pan­cione di una di loro mi sug­gerisce che il cer­chio si apre e con­tin­ua in una cate­na di amore che con­tin­ua. Papa Francesco ha come pre­so le scelte di Don Ga e le ha indi­cate a tut­ta la chiesa con grande forza. La chiesa cam­mi­na ver­so un sin­o­do di cui l’anfiteatro di Mon­t­ele­co potrebbe essere una immag­ine fan­tas­ti­ca. C’è da gioire e fare fes­ta. Fac­ciamo­la il 22 set­tem­bre e cam­mini­amo feli­ci di avere avu­ti cosi padri nobili. 100 anni nasci­ta don I. 30 anni nasci­ta al cielo di Don Ga. Ci accom­pa­gni­no anco­ra per tan­ti anni per con­tin­uare ques­ta favola d’amore divenu­ta realtà.

E scusate se son diven­ta­to un po’ roman­ti­co ma non guasta.

Don Ful­ly