AIUTARE ANCHE SOLO UN BIMBO, UN RAGAZZO È AIUTARE L’UMANITÀ

Ed ecco­mi dunque di rien­tro dai “giri” mis­sion­ari. Sarete persi­no stu­fi di sen­tir rac­con­tare sem­pre le stesse cose. La fragilità del­la situ­azione inter­nazionale ci inter­pel­la in maniera forte, le dis­par­ità che il nos­tro stile occi­den­tale provo­ca in tut­to il mon­do, ci rende com­pli­ci di situ­azioni assurde. In Cen­trafricana, come del resto in tut­ta l’Africa, se qual­cuno anco­ra non se ne fos­se accor­to, si gio­cano par­tite sui min­er­ali, sulle materie prime che han­no inter­esse a man­tenere quelle popo­lazioni alla mer­cè dei poten­tati e dei nuovi imperi. E se pri­ma c’era solo quel­lo occi­den­tale sot­to varie fac­ce ( Sta­tounitense, Euro­pea, Francese, Inglese) ora den­tro ci sono tut­ti: Rus­si in prim­is, Cine­si, Ara­bi, Ingle­si: insom­ma tut­ti sul suo­lo Africano a far fin­ta di aiutare e dare brici­ole in cam­bio di ric­chezze immense. Sarà poi facile dare la col­pa agli africani che, si sa, sono cor­rot­ti e inca­paci. Una sto­ria che va avan­ti impert­er­ri­ta nonos­tante le cronache manipo­late ci abbiano par­la­to di fine del colo­nial­is­mo. Cuba viene esclusa da ogni aiu­to a causa del­la sua osti­nazione a per­se­ver­are in un sis­tema desue­to e fal­li­menta­re agli occhi persi­no dei suoi fedelis­si­mi che sono rimasti in patria. Ma anch’essa va puni­ta e con­dot­ta a cedere le armi e il suo prezioso ter­ri­to­rio e sovran­ità. Nuovi imperi, nuovi sovranis­mi così somiglianti al nove­cen­to e otto­cen­to si stagliano non all’orizzonte ma ogni giorno sui nos­tri tele­foni­ni. Persi­no Mattarel­la lo ha det­to con chiarez­za. Popoli che poi cer­cano una via di salvez­za nel­la fuga, cer­can­do sper­an­za che non vedono nelle loro terre. E noi, come Chiesa in direzione con­traria, a insis­tere con prog­et­ti e vic­i­nan­za in queste terre in apparen­za sen­za sper­an­za ma che in realtà sono le uniche ad avere sper­an­za nel futuro , non cer­to i nos­tri imperi che tan­fano di morte e cupezza.

Ma queste cose le sapete. Inutile che le ripeta. Mi piace invece rac­con­tare dei ragazzi, dei bam­bi­ni, che sono il nos­tro cam­po. In Africa la situ­azione è quel­la che sap­pi­amo già. Popo­lazioni gio­vanis­sime, nugoli di bam­bi­ni che appaiono nel­la Savana e che appe­na vedono “l’uomo bian­co” accor­rono con quei loro occhioni enor­mi che scru­tano un qual­cuno per loro tremen­da­mente stra­no, sor­ri­den­ti in una maniera incred­i­bile, ti accer­chi­ano, cer­cano il con­tat­to, forse aspet­tano un “bon bon” (caramel­la) e comunque sono desiderosi di inter­a­gire con te, al lim­ite dell’imbarazzo, ripe­tendo ogni tua paro­la ogni tuo gesto, e riden­do all’impazzata. Abbi­amo vis­i­ta­to asili e scuole. Lo sta­to non garan­tisce e nes­suno le aiu­ta, come sap­pi­amo, men­tre i piani occi­den­tali preve­dono invio mas­s­ic­cio di armi e sol­dati non di penne e quaderni. La scuo­la è affi­da­ta qua­si esclu­si­va­mente alle chiese, le quali fan­no come pos­sono: aule di asi­lo con 80 bam­bi­ni sedu­ti uno accan­to all’altro, I quaderni son tav­o­lette di arde­sie come anni 30 da noi ( mag­a­ri forse così si risparmia car­ta). I maestri sono sol­er­ti, qual­cuno con la bac­chet­ta in mano, del resto una classe di 100 alun­ni come la tieni? Sor­pren­den­ti alun­ni con la giac­ca a ven­to addos­so (“Padre non ha sen­ti­to che ven­to c’era sta­mat­ti­na? Siamo a gen­naio è il ven­to da nord per loro è fred­dis­si­mo!”) men­tre io gli sor­ri­do in maniche corte, goden­do­mi il fres­co ven­ti­cel­lo. Mille domande affastel­lano il cervel­lo. Si inseg­na il San­go e il francese. E le loro lingue, i loro dialet­ti? Anche qua come nel caso di Cuba, cosa inseg­n­er­an­no i sol­er­ti pro­fes­sori e maestri? Quale sto­ria? Quale let­ter­atu­ra? A cosa servirà se poi me li tro­vo in infra­di­to con un mitra in mano? Se non ci sono strade, ospedali, cor­rente elet­tri­ca …. Sarà una preparazione all’emigrazione …. Le clas­si si diradano andan­do avan­ti. All’età del liceo non ce ne sono 100 per aula…. I frati ci mostra­no poi una incred­i­bile scuo­la di musi­ca. Fare un intruglio cul­tur­ale fra musi­ca africana e musi­ca euro­pea e occi­den­tale. E’ lo scopo di un frate intrapren­dente e molto sicuro di sé. Alcu­ni sono arrivati a vin­cere pre­mi in Amer­i­ca! E là si son rifat­ti una vita! E io igno­rante che pen­sa­vo solo al cal­cio (le ragazze e bimbe e donne africane han­no splen­di­di vesti­ti anche se ho scop­er­to che sono stoffe con­fezion­ate in Cina.. men­tre i maschi vestono tut­ti con le maglie di cal­cio europee…per l’Italia prevalen­za Juve nat­u­ral­mente e Milan…..) Musi­ca come riscat­to ma vin­cere un pre­mio negli States non sarà seg­no di deca­den­za umana? Moltissi­mi insom­ma i dub­bi. I nos­tri prog­et­ti di chiesa preved­ereb­bero invece facoltà di filosofia e teolo­gia in loco e non sparse nel mon­do. Al soli­to sap­pi­amo le risposte teoriche. Bel­lis­si­mo viag­gia­re e scam­biare idee e cul­ture ma non se si è costret­ti non se è una col­o­niz­zazione cul­tur­ale. Dovreb­bero essere appun­to “scam­bi”. Cosa pos­si­amo dunque fare per questi bim­bi? Aldilà del­la scuo­la…. L’impegno dei mis­sion­ari nelle scuole come negli ospedali appare molto sim­i­le al bam­bi­no che vuole svuotare il mare col cuc­chi­aino. Ma …. forse è quel­lo che il Sig­nore vuole: essere seg­no con­tro­cor­rente, fas­tidioso di sper­an­za indomi­ta con­tro ogni speranza.

A Cuba non ci sono frotte di bam­bi­ni in questo sen­so. O, meglio, appaiono essercene molti di più di quan­to non ce ne siano per­ché man­cano i gio­vani e i gio­vani adul­ti. Tut­ti via! Son rimasti vec­chi e bam­bi­ni. Bam­bi­ni e madri. Gli altri sono scap­pati e il tas­so di dena­tal­ità è uguale a quel­lo ital­iano. Anche qua gli stu­den­ti non han­no gran­di prospet­tive. Se diven­ter­an­no lau­re­ati, e qua lo pos­sono diventare tut­ti, saran­no medici sen­za stru­men­ti per fare il medico. Dopo un paio d’anni si dimet­tono e si met­tono in atte­sa di emi­grare. O se sono pro­fes­sori non potran­no andare a scuo­la per­ché man­ca il trasporto, molto meglio cer­care di aprire qualche “negozio” e cer­care di sbar­care il lunario che, altri­men­ti, lo stipen­dio statale ti per­me­t­terebbe di com­prar­ti solo due ampi car­toni di uova…e, poi, fini­to!! Quale prospet­ti­va, con quale entu­si­as­mo stu­di­ano e crescono? Fino ai dod­i­ci anni can­tano anco­ra i procla­mi del­la riv­o­luzione ma poi li trovano qua­si irri­den­ti e si met­tono a sognare “l’America”, dove chissà mag­a­ri non faran­no i pro­fes­sori, dovran­no avere due lavori ma avran­no final­mente una macchi­na. E chissà mai che poi ti riva­luti­no le tue lau­ree. Si sente anche questo. E anche qua a Cuba l’immancabile impronta cinese: stan­no facen­do pan­nel­li solari e cen­trali ter­miche. Rius­ci­ran­no nell’impresa di effi­cientare l’isola? Com­para­n­do Cine­si e cubani viene da sor­rid­ere e la sim­pa­tia, per­do­nate­mi se dico un’ ovvi­età è tut­ta per i cubani… eppure col sole l’isola potrebbe essere auto­suf­fi­ciente e non sof­frire di quel­la caren­za di luce che la pone a lato del­la Repub­bli­ca Cen­trafricana per parec­chie ore al giorno. E stu­di­are sen­za cor­rente elet­tri­ca per uno stu­dente non è così facile e non solo per­ché “si può anche stu­di­are al lume di can­dela, è molto roman­ti­co e aguz­za l’ingegno” ma per­ché i com­put­er a can­dela non li han­no anco­ra inven­tati e forse oggi all’università servono…

Quale sper­an­za per i bim­bi africani e cubani? Quale sper­an­za per i nos­tri? Aiutare anche solo un bim­bo, un ragaz­zo è aiutare l’umanità. Per questo sen­ti­amo la nos­tra mis­sione di Movi­men­to Ragazzi e Mon­t­ele­co come una mis­sione uni­ver­sale. Del resto da oltre trent’anni siamo aper­ti a queste sfide da tut­to il mondo.

Chi­u­do con questo fat­to. L’altro giorno in sem­i­nario mi chia­mano. “C’è un sig­nore che vuole par­lare con te” e mi dicono nome e cog­nome. Mi suona famigliare ma non riesco a col­lo­car­lo. Mi si pre­sen­ta davan­ti un omone, incon­fondibile accen­to barese. “Francesco!” Era venu­to a Mon­t­ele­co nel 2001 l’anno del G8. 16 anni. “Dove­va” rimanere su per tut­ta l’estate. Ci rimase, lui e un altro com­pare di merende. Garan­tì per lui la dot­tores­sa Scia­r­ret­ta. Poi riprese la sua stra­da. Ha 42 anni, una dit­ta di impianti elet­tri­ci e cen­trali solari con quar­an­ta dipen­den­ti. Ha vin­to un appal­to nel Water­front. Gira l’Italia a ver­i­fi­care i cantieri. Sposato con due figli. “Voglio che vengano a Mon­t­ele­co!” “Don Ful­ly sono anni che vole­vo venire a Gen­o­va a ringraziare, per­ché quan­to mi ha aiu­ta­to Mon­t­ele­co , quell’anno, ha svolta­to la mia vita. Sono felice di abbrac­cia­r­la” E io felice di abbrac­cia­re lui. La sua foto non è mai spari­ta dalle mie men­sole in nes­sun traslo­co. Ogni sguar­do una preghiera. Ce la farà. Ce l’ha fat­ta! Chi lo ricor­da venne persi­no sul Roc­ciamel­one. Il mon­do si sal­va con i Francesco che non per­dono sper­an­za. Accom­pa­g­ni­amoli e servi­amoli col nos­tro umile esser­ci. Così, in questo mon­do a gambe all’aria, provi­amo a cam­biar­lo col nos­tro umile esser­ci, in direzione con­traria e osti­na­ta naturalmente!

Don Ful­ly