IL CENACOLO
Grazie alla fresca ventata del Concilio, don Ga inizia in vico Falamonica, un ciclo di incontri spirituali, aventi modalità innovative: ha inizio l’esperienza del “Cenacolo”. Oltre a momento di spiritualità, è sede di discussioni su tematiche sociali emergenti quali la fame, il razzismo, la povertà, l’esclusione e l’assistenzialismo. Soprattutto quest’ultimo argomento è motivo di profondi dibattiti.”. Le riunioni sono aperte a chiunque voglia partecipare, «ogni emarginazione era bandita». Vengono ammesse persone di ogni età e condizione sociale. Il Cenacolo si apre anche alle persone disabili. L’unico legame tra i partecipanti deve consistere nell’affinità spirituale. L’ambiente familiare permette, grazie a relazioni di fiducia e rispetto, il libero confronto sulle differenti problematiche affrontate.
L’antico modello della carità quale offerta di cibo e bisogni materiale non funziona, si avverte la necessità di responsabilizzare ogni cittadino per creare una comunità in grado di mantenere ognuno a dignitosi tenori di vita: “bisogna che noi rompiamo le categorie costituite. Il cristianesimo è l’anticategoria per eccellenza. Per questo al Cenacolo non voglio fare un’associazione. Voglio che noi diamo il senso cosmico della Chiesa. Dove siamo noi, lì dovrà formarsi un’associazione di cuori.” L’intento è quello di promuovere una crescita personale in ognuno, senza imporre alcun modello o schema prestabilito. Anche nelle funzioni religiose don Gaspare preferisce la sostanza al puro rito formale, metodologia questa che gli costerà qualche richiamo da parte delle autorità ecclesiali.