Era Natale e non si sapeva ancora.…. Una bellissima canzone che ha segnato la mia adolescenza e che come tante magie montelechine appare di una attualità spaventosa.
Dice la canzone che l’uomo oramai passeggia sulla Luna (si era reduci dalla sbornia collettiva del super uomo che andava a caccia di pianeti e sottometteva l’universo in un baleno, sembrava che l’indomani toccasse a Marte e Giove e a qualche altra galassia.…..poi la poesia ritornò presto in prosa e anche sgrammaticata…) , la sua tecnologia lo fa potente (eravamo sotto scacco atomico e spaventati, ora la tecnologia fa anche ben peggio e comunque lo scacco atomico lo abbiamo sempre assai attuale) ma ancora non ha imparato ad amare.……ancora fa guerre, ancora uccide i fratelli e le sorelle, ancora non ci si capisce gli uni gli altri. Gigante tecnologico, nano pedagogico.
Un canto che ci dice quanta strada ancora dobbiamo fare e quanto sia necessario ogni volta riaffacciarsi al presepe a quella grotta contornata di animali e di povera gente per scorgere il volto di un bambino che ancora si mette nelle nostre mani in maniera incredibile, con una fiducia da veri folli. Si abbandona a noi per insegnarci ad amare, invece che prenderci per il collo e obbligarci a fare ciò che dice, Lui incredibilmente si affida, cammina con noi, si mette nei nostri panni, ricomincia da capo ogni volta, così come noi ogni volta ricominciamo da capo a sperare in un mondo migliore, una pace giusta, a sperare che il commercio delle armi prenda una piega a favore dell’uomo e non della sua distruzione.
La tecnologia ci rende potenti, è vero. In quanti campi!!! Pensiamo alla grande problematica/risorsa della intelligenza artificiale, a quello che può rappresentare per l’uomo, alle sfide che pone alle nostre idee oltre che alle nostre capacità e al nostro modo di produrre. Ma cosa è il potere? Di quale potere è venuto a parlare il figlio dell’uomo? Quale potere ha un bambino? Chi sono gli uomini potenti di questo mondo? Sono davvero potenti? La sfida di questo bimbo agli imperi di allora è la stessa che fa agli imperi di oggi. La tecnologia ci fa potenti? Ma di che potere si tratta? Ci fa amare di più? O ci serve solo per allontanarci gli uni dagli altri? Torneremo a riconoscerci e a trattarci come fratelli e sorelle? Riusciremo a vedere oltre le barriere delle guerre; riusciremo a sognare un mondo davvero più umano perchè più divino? Più divino perché più umano?
Natale ci mette davanti a questa scelta. A una vita nuova. A nuove relazioni, più disarmate, più simili a quelle di un bambino. A iniziare dalle relazioni con i vicini per estenderla a tutte le relazioni possibili. Questo è l’uomo, un bimbo nella mangiatoia, un uomo che si dà da mangiare che diventa Pane per tutti. Questa è la dimensione dell’uomo; questo è il potere dell’uomo: darsi senza sosta; amare.
Non c’è altro potere cui anelare se non quello di Betlemme, pane da condividere.
Don Fully