A settembre Papa Francesco ha scritto un messaggio per un patto educativo mondiale. Al di là della sorpresa che un atto pontificio sull’educazione sia uscito esattamente un mese prima del Convegno sui 100 anni di Ga, questo messaggio costituisce per noi non solo un riconoscimento del lavoro fino a qua svolto ma anche uno stimolo a continuare e migliorare. Papa Francesco insiste molto sul lavoro di “rete” fra tutte le agenzie educative, partendo dal famoso detto “per educare un bambino ci vuole un villaggio”. Nessuna agenzia educativa (Chiesa, scuola, famiglia, sport, formazione al lavoro, turismo, etc etc) può pretendere di educare da sola. Occorre una alleanza educativa “ per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna.”
Occorre una alleanza educativa perché “Il terreno va anzitutto bonificato dalle discriminazioni con l’immissione di fraternità,”. “Un ‘alleanza tra tutte le componenti della persona: tra lo studio e la vita; tra le generazioni; tra i docenti, gli studenti, le famiglie e la società civile con le sue espressioni intellettuali, scientifiche, artistiche, sportive, politiche, imprenditoriali e solidali. Un’alleanza tra gli abitanti della Terra e la “casa comune”, alla quale dobbiamo cura e rispetto. Un’alleanza generatrice di pace, giustizia e accoglienza tra tutti i popoli della famiglia umana nonché di dialogo tra le religioni.”
Per fare questo cammino Papa Francesco indica tre passi:
- il coraggio di mettere al centro la persona dove messo al centro il valore proprio di ogni creatura, in relazione con le persone e con la realtà che la circonda, e si propone uno stile di vita che respinga la cultura dello scarto.
- coraggio di investire le migliori energie con creatività e responsabilità.
- coraggio di formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità.
Invita infine il 14 Maggio a ritrovarsi a Roma dove “Cerchiamo insieme di trovare soluzioni, avviare processi di trasformazione senza paura e guardare al futuro con speranza. Invito ciascuno ad essere protagonista di questa alleanza, facendosi carico di un impegno personale e comunitario per coltivare insieme il sogno di un umanesimo solidale, rispondente alle attese dell’uomo e al disegno di Dio.”
Queste parole ci risuonano straordinariamente familiari. Sono le medesime di Don Ga anni 50 e 60. Il sogno di un nuovo umanesimo, il desiderio di collaborare col mondo per fare un patto educativo, (cosa fa ogni giorno il Movimento nel suo lavoro quotidiano?), la sfida a chi propone individualismo, massificazione, e riduzione dell’uomo a semplice numero di consumo e produzione. Non lasceremo nulla di intentato per essere presenti il 14 Maggio…….. ci sentiamo chiamati nel quotidiano ma anche nei passaggi della storia.
Don Fully