Cari amici vi scrivo di rientro da Roma dove ho appena concelebrato ai funerali di Benedetto XVI. Ero a Roma per un convegno dei CDV ovvero Centri Diocesani Vocazioni. Di cui naturalmente sono coordinatore diocesano (non si dice più responsabile, ma più sinodalmente coordinatore)
Emozioni, pensieri, incontri, speranze i convegni sono tutto questo . Per questo è bello andarci di persona anche se poi si lavora tutto di telefonini, QR code, filmati……
Alcuni pensieri a ruota libera. Dopo quaranta anni ho ri-ricevuto alcuni punti fondamentali della nostra fede e della nostra stessa esperienza di Monteleco. Uno è questo: l’annuncio del Vangelo è sostanzialmente un annuncio vocazionale. E’ chiamare l’uomo a essere se stesso. Ma chi è l’uomo? Cosa fare della propria vita, inesorabilmente votata a una morte certa? Risorge? Si risorge? Ma cosa sarà mai una vita risorta? Contemplare col collo storto e una espressione celestiale (inebetita per il mondo) il vuoto che si spalanca alzando gli occhi? Che uomo/donna vuoi diventare? Non è forse la domanda che Monteleco pone a migliaia di ragazzi?
Di qui si capisce che la piega “vocazionale” non tratta tanto di preti, suore, frati e affini vari, ma l’uomo, l’umanità in quanto tale. Gesù è venuto e ha chiamato. Pietro, Bartolomeo, Filippo…… Andrea e Giovanni gli erano andati dietro perché cos aveva detto Giovanni il Battista…. Il Vangelo è rispondere a una chiamata, ma direi la vita stessa è rispondere alla vita. Dal momento che si è vivi, occorre rispondere. Anche la più nichilista è comunque una risposta….
I Magi che stiamo celebrando sono personaggi che si pongono in cammino, che si chiedono, che ricercano, che scrutano ciò che accade e pure con spirito critico; a un primo momento di fiducia verso Erode segue l’accorgersi di ciò che accade e cambiar strada……
La ricerca della propria strada dura tutta la vita. LA vocazione è unica e uguale per tutti: seguire le orme di Gesù!! LA vocazione è unica per tutti: dare la vita, amare!!! Poi essendo ognuno unico e irripetibile allora diventa “uno splendido poliedro” che è la chiesa, la comunità, l’umanità, dove ognuno apporta il suo unico contributo non sostituibile da nessuno. Pensiero che non deve affossarci nel senso di colpa ma illuminarci per la grandezza della chiamata ricevuta.
Perché non ci sono preti? Perché c’è poca fede. Perché c’è poca comunità. Ognuno chiuso dentro il suo egoismo, suoi dolori, i suoi fallimenti……. Per questo mancano anche artigiani/e, professionisti/e, artisti/e, operai/e, impiegati/e che siano votati al bene che setaccino la loro vita quotidiana in cerca di quel tesoro che è l’amore vissuto. Manca tutto alla nostra chiesa, alla società……….
Occorre riprendere, continuare a seminare la buona novella come sempre.
Lasciamoci con una ulteriore domanda: quale è la vocazione del Movimento Ragazzi? Quale il suo posto nella chiesa, nella società? Non vogliamo essere il centro del mondo, ma il nostro contributo nell’oggi, con questi ragazzi, in questo contesto sociale quale è? Cosa ci chiede il Signore in questo contesto di Sinodo? Quali i nostri obiettivi?
Il Signore ci provoca. Leggiamo insieme i segni dei tempi, come la stella lo fu per i Magi. Il Signore ci chiama. LA storia urge. Maria si alzò in fretta. E noi?
Don Fully